Benvenuto Tisi da Garofalo

Ultimo aggiornamento della pagina: 12/12/2008

NOME Benvenuto Tisi da Garofalo
CRONOLOGIA N 1481        M 1559
ARTE    Pittore

OPERE CONSERVATE A FERRARA E/O PROVINCIA:           
Numerose opere dell’artista sono conservate nella Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti e nel museo della Cattedrale: tavole, cicli di affreschi, pannelli a tempera, arazzi etc. troppo lungo mandare l’elenco. Di seguito si citano le opere esposte nella recente mostra a lui dedicata:
Madonna con Bambino e Santi, Pinacoteca Nazionale
Strage degli innocenti, Pinacoteca Nazionale
Adorazione dei magi, Pinacoteca Nazionale
Polittico Costabili (con Dosso Dossi), Pinacoteca Nazionale
E ancora:
San Giorgio, Museo della Cattedrale
San Maurelio, Museo della Cattedrale
Affreschi Cappella Mazza   
Cattura di Cristo nell’Orto, Basilica di San Francesco
Sinopia con Cattura di Cristo nell’Orto, Palazzo Schifanoia
Tavole provenienti dalla Chiesa di Valcesura,      Arcivescovado
Affreschi del soffitto, Palazzo del Seminario Vecchio
Soffitto della Sala del Tesoro, Palazzo Ludovico il Moro
Sala delle Vigne, Delizia del Belriguardo
Madonna con Bambino e Santi, Pinacoteca Comunale di Argenta

CURIOSITA’
Benvenuto Tisi (http://it.wikipedia.org/wiki/Garofalo) secondo gli storiografi venne detto il Garofalo dalla località in provincia di Rovigo che gli dette i natali. Resta però dubbio se invece non sia nato a Ferrara e Garofalo sia il paese della sua famiglia. A diciotto anni è già impegnato nella realizzazione delle decorazioni del coro della catterale sotto le dipendenze di Boccaccio Boccaccini. Nel 1500 compie il suo primo viaggio a Roma. Tornato a Ferrara riceve numerosissime commissioni e moltissime sono ancora le sue opere presenti in città tanto da costituire una sorta di piccolo Museo Diffuso. Della sua lunga e singolare vita sappiamo che nel 1531 divenne cieco dell’occhio destro ma, nonostante questo continuò a lavorare assiduamente finché nel 1550 la malattia colpì anche l’occhio sinistro, lasciandolo completamente cieco. Pare anche abbia redatto numerosi testamenti a favore di moglie e figli disponendo anche della sua sepoltura accanto alla moglie nella Chiesa di Santa Maria in Vado. Da lì fu poi traslato nel 1829 al Cimitero della Certosa dove gli venne edificato un monumento funebre ad opera di Angelo Conti


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