Le Pietre effigiantti

Ultimo aggiornamento della pagina: 11/12/2008

Non sono molte le statue rinascimentali che ci sono pervenute a testimonianza delle effigi (cioè dei ritratti) di principi e personaggi illustri della corte Estense. Ne abbiamo rintracciate tre che però richiamano storie molto interessanti.

La statua di Alberto V
albertov.jpgCapita spesso di passare davanti al Duomo di Ferrara a rimirare gli splendidi decori di pietra della facciata. Ma raramente ci si sofferma ad osservare la statua posta in una nicchia della parte destra dell’ingresso. E sì che è l’unica e pure grande e che in quella nicchia, a ben guardare, pare starci un poco stretta. Ma chi sarà questo strano personaggio? sicuramente un santo, un beato o comunque un monaco…e invece no! Si tratta di un Principe Estense, neanche tanto probo (aveva mogli, amanti e figli illegittimi e si era anche macchiato di sanguinose gesta!). E’ Alberto V ed oltre a cose poco lodevoli realizzò grandi opere fra cui Palazzo Schifanoia, Palazzo Paradiso e la famosa delizia del Belfiore oggi purtroppo scomparsa.

Ma l’impresa che lo consegnò alla storia è stata quella di ottenere, nel 1391, il privilegio dall’allora Papa Bonifacio IX, di poter fondare uno Studio Universitario* a Ferrara. Proprio per questo una statua simile si trova davanti all’ingresso di Palazzo Renata di Francia, la attuale sede dell’Ateneo.

* Ecco la cronaca di questo episodio: Alberto V partì per Roma, con un seguito di 320 cavalieri in abito di penitenza (per questo è ritratto con il saio!). Alle porte di questa città lo attendevano cinque cardinali, il Gran Maestro dei Cavalieri di S. Giovanni (oggi Cavalieri di Malta) e numerosi nobili, tutti inviati dal Papa per «rendere più solenne il suo ingresso nella Capitale». Bonifacio IX fu, nei confronti dell'Estense molto magnanimo e gli concesse numerosi benefici (la legittimazione del figlio Nicolò, l'esonero dai pagamenti arretrati nonché la diminuzione perpetua dei Canoni dovuti per «l'investitura di Ferrara», la bolla «Bonifaciana» riguardante la trasmissione dei beni secolari, ecc.), gli conferì la più alta ed ambita onorificenza pontificia, la «Rosa d'Oro», e infine,  gli accordò il diritto di fondare lo Studio Universitario Ferrarese
 
Il Busto di Ercole I
ercolei.jpgUnico esemplare del suo genere pervenutoci, questo busto del Duca Ercole I è oggi conservato nella Palazzina della Marfisa. L’opera venne realizzata da Sperandio Savelli, scultore famoso soprattutto come medaglista (cioè realizzatore delle medaglie celebrative con i ritratti dei principi o delle loro famiglie) della Corte Estense. In origine di questi busti ve ne erano due, posti come ornamenti monumentali alla porta di accesso della tenuta del Barco, dimora etense oggi scomparsa. Chissà che fine avrà fatto il busto gemello???
 
(Sperandio Savelli: Busto di Ercole I d’Este)
 
La colonna dell’Ariosto in Piazza Ariostea
Questa statua, che ritrae il poeta ferrarese Ludovico Ariosto, è posta sopra una colonna al centro della piazza che prende appunto il nome di “piazza Ariostea”. Tuttavia sia la piazza, che la colonna, che la statua, hanno storie curiose. La piazza infatti solo dall’800 viene chiamata Ariostea, mentre prima era detta Piazza Nova, dato che,  secondo l’architetto Biagio Rossetti che l’aveva ideata al tempo della sua “addizione Erculea”, essa doveva fornire un’area verde e un nuovo polo di aggregazione per chi abitava nella addizione (addirittura si provò a trasportare lì anche il mercato cittadino, ma l’esperimento non ebbe buon esito). Anche le caratteristiche morfologiche della piazza cambiarono nel tempo come testimoniano i disegni e le foto scattate fino al secolo scorso quando presentava forma rettangolare e il livello era al piano stradale.

ariostea.png
(da sinistra: Piazza Ariostea in una riproduzione del XVIII sec, in una foto del ‘900 e com’è oggi - Immagini tratte dal testo:” Guida Tematica di FERRARA e Provincia”, Amilcare Pizzi Editore)
 
ariosto.jpgLa presenza della statua ha subito anch’essa varie peripezie, infatti secondo il progetto iniziale sulla colonna doveva essere posta una statua equestre di Ercole I, fautore della addizione, poi però non fu più realizzata e sulla colonna dopo  la Devoluzione venne messa la statua bronzea del Papa Alessandro VII Ghigi, che prima era nella piazza del Duomo. Poi alla fine del ’700 le truppe francesi abbatterono la statua e la fusero com’era consuetudine, per farne cannoni. Al suo posto fu issata prima una statua in gesso della “Libertà” ( Come quella americana ???) poi una statua di Napoleone. Infine nel 1837 o 1887, le fonti sono discordi, quest’ultima venne sostituita  con quella del poeta Ariosto, tutt’ora in loco secondo molte fonti la statua fu realizzata dai fratelli Vidoni su disegno di Francesco Saraceni, secondo altre testimonianze fu opera dello scultore Ambrogio Zuffi…. Quanto alla colonna anche ei subì sorte assai rocambolesca: secondo le fonti, infatti nel progetto del monumento equestre ad Ercole I la colonne dovevano essere due portate in città attraverso il Po; purtroppo durante la navigazione la colonna gemella finì in fondo al fiume (e forse ancora lì giace irrecuperata…). La colonna superstite fu scolpita con le imprese della casa estense e otto riquadri in cui dovevano essere narrate le gesta del Duca. Nel frattempo però Ercole I morì, il suo monumento non fu più eretto. Solo nella seconda metà del ‘600 la colonna superstite, che nel frattempo era stata abbandonata per un secolo e mezzo a lato della piazza, venne  prima nuovamente scolpita con il ramo di quercia che a tutt’oggi la decora e quindi innalzata al centro della piazza per sostenere la statua del pontefice.
 
(statua di Ludovico Ariosto su colonna. ripresa da est) 
 


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