Strade, commerci, confini

Ultimo aggiornamento della pagina: 20/01/2009

Se gli Estensi spesso si spostavano anche per piacere, le necessità che spingevano al viaggio erano più spesso di ordine religioso, i cosiddetti Pellegrinaggi, ma sopratutto economico e militare.
Molte erano le vie su cui in particolare transitavano le merci e di alcune di queste si conserva memoria nei documenti.

La via della seta
Bene di lusso per eccellenza fin dall’antichità, in epoca rinascimentale gli Estensi ne incentivarono il mercato a Lugo, cittadina della Romagna attualmente in provincia di Ravenna. Al fine di creare un “polo artigianale della seta” inizialmente solo per la sua lavorazione poi anche per la produzione, i Principi d’Este decretarono a più riprese l’esenzione dalle tasse per questo commercio, creando così un privilegio determinante per incentivare l’afflusso dei mercanti anche da paesi lontani.
La via del sale
L’importanza del sale fin dall’antichità è cosa nota, da sempre infatti l’uomo ha fatto di tutto per accaparrarsi questo prezioso alimento sia per insaporire i cibi che, soprattutto, per conservarli. L’importanza delle saline di Comacchio, già in uso dall’epoca etrusca, è testimoniata dalle numerose guerre scatenate dalla Repubblica Veneta a partire dal IX sec. d.C. fino alla famosa Battaglia del Sale.
La via del pesce
Il commercio del pesce, in particolare delle anguille, fu strettamente legato a quello del sale, dato che entrambi traevano origine dall’area delle Valli di Comacchio. Una particolare testimonianza indiretta di questo attivo mercato l’abbiamo dagli Estensi stessi che edificarono una delle loro più particolari “Delizie” proprio in mezzo a queste Valli. Passata alla storia con il nome di Delizia delle Casette pare che questo nome derivasse dai bassi edifici adibiti a pescheria che si aprivano da ambo i lati di questo originale Palazzo Ducale.
La via della lana
Di questo particolare commercio abbiamo trovato poche notizie certe il territorio Estense anche se la vicina Bologna ne era un importante centro di produzione fin dall’epoca romana, se non prima. Alle testimonianze storiche che attestano produzione e commercio di “panina di lana” da parte di immigrati portoghesi sotto la protezione del Duca Ercole II, si uniscono anche le testimonianze indirette della toponomastica (ossia la scienza che si occupa di studiare le relazioni fra storia e nomi dei luoghi…) che individuano nell’antico “Canton del Follo” e nell’attuale Via Cisterna del Follo, lontane eco di questo particolare artigianato tessile.
La via della ceramica
Se non esistono un unico polo produttivo e un’unica via di transito per la cosidetta Ceramica Graffita Estense è altrettanto testimoniata una fitta rete di traffici di questa pregiata mercanzia in tutto il territorio degli Este e, più in generale della Pianura Padana. Prova ne sono i numerosissimi ritrovamenti archeologici soprattutto in relazione delle antiche vie fluviali lungo la direttrice del Po e dei suoi immissari ma anche in varie città Estensi: Ferrara, Modena, Sassuolo solo per citarne alcune.


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