Da sempre l’uomo ha cercato di creare percorsi più o meno strutturati che gli consentissero di spostarsi, in maniera agevole e meno dispendiosa possibile, all’interno del proprio territorio. Con lo sviluppo delle attività commerciali poi la necessità di creare vie di comunicazione veloci e sicure aumentò moltissimo. Fin dall’inizio fu evidente che gli spostamenti per acqua erano di gran lunga più facili e veloci. Furono i Romani, per ragioni sopratutto militari, che promossero un’intensa attività di costruzione e diffusione delle strade terrestri, creando una rete viaria estesa ed efficiente, non solo in Italia ma in tutta Europa e oltre. Vero e proprio strumento di conquista la costruzione delle strade romane permise gli spostamenti, non solo di eserciti, ma anche di popoli e mercanzie e la sua memoria sopravvive ancora nei principali percorsi nazionali ed europei, basti pensare alla nostra Via Emilia. Nel V sec. d.C. la caduta dell’impero romano portò gravi conseguenze anche nel sistema stradale, che andò in crisi soprattutto per mancanza di manutenzione. Così nel Medioevo da una parte si tornò a prediligere le vie d’acqua e dall’altra ad attivare e mantenere efficienti le cosiddette Vie dei Pellegrini, cioè quelle vie che da tutta Europa consentivano di recarsi a Roma e, da lì, in “Terrasanta”. Nel nostro territorio un esempio famosissimo di antica via romana è senz’altro la via Popilia che collegava Aquileia a Rimini passando per il litorale Adriatico; la memoria dell’antica strada romana fu poi acquisita dall’attuale via Romea che già a partire dall’epoca Tardo Antica segnava una importante via di transito dall’area veneta verso Roma (da cui il nome) .
Con la riorganizzazione del territorio avvenuta nel Rinascimento, pur non arrivando ai livelli costruttivi raggiunti dai Romani, si pose mano alla risistemazione del sistema viario preesistente cercando anche di abbinare alle vie di terra parallele vie d’acqua e viceversa, allo scopo soprattutto di migliorare la mobilità delle merci e, perché no, anche di aumentare la scelta dei mezzi di trasporto per i continui spostamenti della Corte Estense.
Questo recupero si realizzò in molti modi: ad esempio riescavando antichi canali, come nel caso del Sandolo; oppure bonificando i territori considerati strategici per gli spostamenti, come ad esempio la bonifica di Casaglia; riaprendo importanti vie che arrivavano all’Appennino per meglio collegare i possedimenti Ferraresi con quelli di Modena e Reggio Emilia; creando attracchi e presidi difesi lungo tutto il corso del Po, confine “sensibile” per la vicinanza agli storici nemici veneziani; infine migliorando il sistema di transito delle merci attraverso un sistema di vie in cui era possibile realizzare l’alaggio (cioè il traino della imbarcazione contro corrente mediante animali, cavalli o buoi, posti sulla riva). Di tutto questo complesso sistema di vie di comunicazione, sia interne allo Stato Estense, sia esterne ad esso non restano tracce particolarmente evidenti. Tuttavia la presenza di Palazzi, Delizie, Castelli, Casini di Caccia, Fattorie dell’Epoca Rinascimentale ne forniscono una indiretta traccia, andando ad identificare altrettanti punti di arrivo e partenza delle antiche direttrici di transito.
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